MISTICO HAPPEL JUVENTUS MINKIA CLUB


Il blog del tifo juventino mistico happelliano

... Guida cosmica per juventini vagabondi ...
qui la mischia è ordinata ...
qui si tengono le castagne, la sopressa de casada, il lardo ed il vino buono

... contiene espressioni di superbia,
arroganza, vi sono le parolacce e le donnine no perchè se le vede la moglie...

... il calcio per il resto è sempre lo stesso ...
22 koglioni in mutande che corrono dietro ad un pallone del kazzo ...

Se ne consiglia la visione a Juventini Superdotati ...



venerdì 5 dicembre 2008

Tra uno gnummarieddu e un primitivo di manduria...

Ho messo dei guizzi di sfrenata fantasia...

19 commenti:

Edoardo Valentini ha detto...

mettete subito il mugnaio
se no la farina chi la fà??

Anonimo ha detto...

Ora tutti che vogliono il mugnaio ... Buffoni e Ubriakoni!!!

Edoardo Valentini ha detto...

il mugnaio è esempio raro di
impegno e abnegazione
smentitemi o voi che alla tesi
anteponete l'antitesi più bieca
e sordida e un tantino melliflua

Anonimo ha detto...

Noi da anni predichiamo la bontà della fede del campano, da non confondere col campanaro ...

Anonimo ha detto...

voi sordidi discepoli del gregge di epicuro... non vi siete accorti che vi è il monco sulla destra, i quale non può giocare? si faccia rotolare a valle in una botte i lplebeo che ha emesso tale editto.

Anonimo ha detto...

minkietto joe o fra gelsomino

grygera mellberg chiellini de ceglie

marchionni marchisio sissoko nedved

amauri giovinco

Legrottaglie è diffidato, molinaro anche. Non si sa mai... Grygera pure ma uno deve pur giocare....

Dimentico qualcosa.... aspettate....
.....
.....
.....
ah, giusto, mi son ricordato

Del Piero ha rotto i koglioni

Anonimo ha detto...

non rotolate me per favore,
ho già dato

Anonimo ha detto...

sentiamo che ha da dire il Pulmann Master...

Anonimo ha detto...

io amo gli gnummarieddi, non ne parliamo poi del primitivo....moglie prepara che l'omo ha fame

Gobbo Materano ha detto...

E pensare che io ci sarei dovuto essere al "Via del Mare" e invece mi trovero a padova per rompere un pò le palle a carca

Gobbo Materano ha detto...

Scherzi a parte andrò veramente a padova

Anonimo ha detto...

salutaci il santo patrono.

san UcarcamagnU da spammova.

se non è impegnato a trapanare la scrivania.....

Anonimo ha detto...

sono molto indeciso sulla scelta del pezzo per la partita di domani

allora ho deciso di abbinare musica e cultura

LITFIBA
Il racconto di Enea
Tu vuoi...
Tu vuoi...
Tu vuoi regina...
Che un dolore...
Che un dolore...
Che un dolore invincibile
Rinnovi
In questa notte placida
Narrando come il troiano sventurato regno
E d'Ilio il fiore
I Greci abbiano distrutto
E...
Quelle infelicissime vicende
Ch'io stesso vidi...e...
Di che fui gran parte
E...di che...fui...gran parte


e infine dopo la musica la Kultura (anche se pdbe mo s'incazza)

Arte e cultura a Lecce
"Misteriosa la sua identità…": la nascita di Lecce è ancora avvolta nel mistero. Probabilmente fu fondata da Mallennio, figlio di Dasumno, discendente di Minosse nel 1211 A.C. La leggenda vuole che la messapica Lupiae, dopo la distruzione di Troia, fosse occupata da Lictio Idomeneo che diede alla città nome e cultura greca.
Qualcosa in più si conosce della colonizzazione romana le cui significative tracce sono ben visibili nelle due costruzioni (riportate alla luce nel corso degli anni 30 del'900), l'anfiteatro ed il teatro, che hanno indotto molti storici ad andare alla riscoperta della Lecce Romana. Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, la città visse un periodo di saccheggi e di rapidi passaggi di proprietà. Prima il re goto Totila, poi la lunga disputa tra Bizantini, Longobardi ed Arabi con la vittoria finale dei Bizantini che ne fecero un importante centro di vita culturale e religiosa.

Il florido periodo proseguì con la conquista di Normanni e Svevi. Tancredi D'altavilla prima e Manfredi, figlio di Federico II, poi promossero lo sviluppo culturale della città. Alla prima dominazione risale la chiesa di San Niccolò e Cataldo, edificata nel 1180 da Re Tancredi ed in seguito più volte ristrutturata nel corso dei secoli.

Dopo i Normanni, la città passò nelle mani degli Angioini sotto i quali divenne feudo dei Brienne, poi degli Enghien ed infine degli Orsini del Balzo.

Nel '500 fu trasformata in fortezza dagli spagnoli. Risalgono a quel periodo, infatti, il Castello e la cinta muraria della città oggi visibile nell'arco di trionfo (meglio conosciuto come Porta Napoli) entrambi eretti in onore dell'imperatore Carlo V. Sotto i Borboni, Lecce divenne uno dei punti di forza del Regno di Napoli.

Nel 1799 i leccesi tentarono la strada della libertà, in concomitanza con la rivoluzione napoletana, ma il tentativo fallì per la dura opposizione del Cardinale Ruffo e delle sue truppe. Lecce fu poi protagonista del risorgimento. Nel 1848 in città si costituì un governo provvisorio. Con la spedizione dei Mille e la vittoria di Garibaldi, Lecce fu annessa alla nuova Italia, anche se con i problemi di lontananza ed emarginazione dal centro che molti intellettuali leccesi hanno messo in evidenza fino ai nostri giorni.

Lecce è la capitale del Barocco, la Firenze del Sud, come spesso è definita. Ma questo stile architettonico a Lecce assume una connotazione particolare, totalmente diversa da quella del resto del mondo. Il vero segreto delle ricche facciate, degli altari decoratissimi è legato ad un segreto: la qualità della pietra leccese. Si tratta di un calcare tenero biancastro o giallognolo, facilmente lavorabile, che nell'aria indurisce e assume col passare del tempo un caldo colore dorato.

Sono molte le bellezze leccesi ma andiamo per gradi e partiamo per la nostra visita guidata virtuale da Porta Napoli, nei pressi del Palazzo Codacci-Pisanelli, da tutti conosciuto come Ateneo.

Porta Napoli fu costruita, come abbiamo accennato nella parte storica, in onore di Carlo V nel 1548.
Di fronte potete ammirare l'Obelisco eretto nel 1822 in onore di Ferdinando I di Borbone. Entrando nell'arco di trionfo si accede quindi in quelli che un tempo erano i confini della città. Proseguendo sulla destra, in Via Palmieri, troviamo il Teatro Paisiello, costruito nel 1870 sul vecchio Teatro Nuovo, edificato più di un secolo prima. Si tratta di un piccolo gioiello d'architettura. Proseguendo poco dopo sulla destra v'imbattete nella piazza dell'anagrafe, piazza Panzera, riconoscibile dalle alte palme; sulla destra trovate un bel palazzo...

Fate attenzione alle finestre. Notate una strana forma fallica? Pare che un tempo quel palazzo fosse una casa chiusa (pettegolezzi che sulle guide turistiche non trovate ma che tutti i maligni leccesi conoscono).

Proseguendo dritti v'imbattete nella piazza più bella di Lecce e del mondo (ohohohoh). Piazza Duomo.
Di fronte a voi la cattedrale, completamente rifatta da Zimbalo (1659-1670) sulla sinistra il campanile, tra i più alti d'Italia con i suoi 70 metri, edificato dallo stesso Zimbalo (1661-1682) e sulla destra il Palazzo del Seminario, edificio costruito su disegno di Giuseppe Cino tra il 1694 ed il 1709. Caratteristica del Duomo la doppia facciata. In questo caso quella laterale, visibile all'ingresso nella piazza, è molto più ricca e decorata di quella principale.

Usciti dal Duomo, con le spalle alla chiesa, avete tre scelte. Tornare indietro, ma in questo momento non avrebbe senso, andare a sinistra verso Porta Rudiae oppure a destra verso Piazza Sant'Oronzo. Se andate a sinistra, in via Libertini, v'imbattete nelle chiese di Sant'Anna e Santa Teresa ed infine nella bellissima chiesa di San Giovanni Battista o del Rosario (1691-1728), altro gioiello della decorazione barocca ed infine Porta Rudiae costruita nel 1703, sormontata dalle statue di Sant'Oronzo, San Domenico e Santa Irene.

Tornando in Piazza Duomo e proseguendo per Corso Vittorio Emanuele, c'imbattiamo nella chiesa di Santa Irene (santa patrona della città fino all'avvento di Sant'Oronzo), costruita con l'annesso monastero dei Teatini tra il 1591 ed il 1639. Il corso sfocia in Piazza Sant'Oronzo. Sulla sinistra Palazzo Carafa, sede del Comune, sulla destra proseguendo su Via Augusto Imperatore troviamo prima la chiesa di Santa Chiara, edificata da Giuseppe Cino nel 1687 e da poco tempo svestita dalle impalcature che l'hanno avvolta per lunghi anni, poi proseguendo in via dei Perroni la chiesa di San Matteo (1700) esempio di barocco più semplice e scarno, con l'alternarsi di linee concave e convesse della facciata.
Proseguendo troviamo la terza ed ultima porta ancora in piedi. Porta San Biagio, la più giovane delle tre, costruita nel corso del XVIII secolo.

Abbiamo parlato nel corso dell'excursus storico della Lecce Romana, riemersa dopo secoli d'oblio.

L'Anfiteatro, in Piazza Sant'Oronzo, fu eretto secondo alcuni studiosi nella prima metà del secondo secolo dopo Cristo, nel periodo degli Antonini. Misurava m. 102x83, con l'arena di m.53x34 con una capienza massima di circa 20 mila spettatori.
Il Teatro costruito all'incirca nello stesso periodo dell'anfiteatro, sorge alle spalle della chiesa di Santa Chiara, nascosto tra i vicoletti della città, da poco restaurato. Poteva ospitare circa sei/sette mila spettatori. Un fatto notevole se si pensa che il primo teatro stabile a Lecce (il Teatro Nuovo), fu costruito nel 1758 e poteva ospitare circa 300 spettatori.

Tornando in Piazza Sant'Oronzo troviamo il Sedile, eretto nel 1592 e sede del Comune fino al 1851. E' adibito oggi ad ambiente per mostre d'arte ed esposizioni. Ad esso è attigua l'ex chiesetta di San Marco eretta nel 1543 dai veneziani, con un magnifico portale, ravvivato da un evidente leone alato.
La colonna di S.Oronzo, eretta da Giuseppe Zimbalo, nel 1666 per un voto espresso dalla cittadinanza durante la peste nel 1656, è sormontata da una grande statua in rame del patrono. Imboccando Via Templari (quella dell'Upimmi per intenderci) e proseguendo oltre via Matteotti, ad un certo punto ed all'improvviso appare sulla vostra destra la chiesa simbolo della città di Lecce: la basilica di Santa Croce.

L'edificio iniziato nel 1549 dall'architetto e scultore leccese Gabriele Riccardi, fu completato nel 1689 da Giuseppe Zimbalo e Cesare Penna. Misurata e sobria nella parte inferiore, la facciata è occupata, nella parte superiore da un tale fasto di decorazione che non puoi fissare lo sguardo senza sentirti smarrito. Adiacente alla basilica sorge il palazzo della Provincia, ex convento dei celestini, costruito dallo stesso Zimbalo tra il 1659 e 1695. Di fronte troviamo Palazzo Adorno (1572) ora sede di alcuni assessorati provinciali. Nelle vicinanze di Piazza Sant'Oronzo potrete visitare anche il Castello Carlo V costruito nel 1539-1548, dall'architetto Giangiacomo dell'Acaia.

Consigliamo anche la visita dell'ex Monastero degli Olivetani, oggi sede universitaria, e della chiesa di San Niccolò e Cataldo, posti accanto al Cimitero comunale. La chiesa fu eretta come abbiamo ricordato nel XII secolo, poi subì numerose ristrutturazioni che lo condussero nel corso dei secoli alla forma attuale che poco ha in comune con quella originale. Il monastero fu eretto nel corso del 500, ma anche in questo caso furono molti i rifacimenti nel corso dei secoli.

Abbiamo tralasciato per problemi di spazio le numerose chiese e palazzi che ornano il nostro centro storico e alcuni reperti della periferia. Lo scrivente, poco competente in materia d'arte si permette di essere ancora un po' opprimente: non guardate Lecce, ma osservatela, ogni angolo, ogni vicolo può riservare una sorpresa, un portale, un balcone, una colonna, una finestra. Tutto sembra fatto per essere ammirato e per destare meraviglia.

Anonimo ha detto...

ragazzi Lecce merita, andatevela a vedere

Edoardo Valentini ha detto...

ricordo le caserme Trizio e Nacci
che provvedevano il .. catering
per noaltri sparatori in quel
di Torre Veneri

Spotless mind ha detto...

Anche lu pollu cusutu n'culu merita...

Spotless mind ha detto...

Come diceva Pioneer....

NO! MEGLIO UN POLMONE CHE UN LECCESE....

Anonimo ha detto...

è ufficiale: chi ha scritto sta formazione porta sfiga
fuori sia del piero che iaquinta perchè infortunati
complimenti, 2 su 2

Anonimo ha detto...

Mica male il Palladino nano.

Comunque ottimi i 3 primavera. Gli altri giornata da dimenticare....

Sissoko è uno scarsone assurdo.... kazzo, è proprio scarso!!!