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Se ne consiglia la visione a Juventini Superdotati ...



venerdì 12 giugno 2009

ITALIANI BRAVA GENTE ...



Il leone del deserto, realizzato nel 1981 per la regia di Moustapha Akkad, è un film storico, con la partecipazione di Anthony Quinn nel ruolo del condottiero senussita libico Omar al-Mukhtar, che si batté contro l'esercito Italiano precedentemente alla Seconda guerra mondiale.

Trama
È l'anno 1929 e l'allora capo del governo italiano, il dittatore fascista Benito Mussolini (Rod Steiger) deve confrontarsi con la ventennale guerriglia intrapresa dai locali arabi e berberi di Libia che si battono contro il colonialismo italiano e le sue rivendicazioni di una "quarta sponda", a simboleggiare un rinato Impero Romano sul suolo d'Africa. L'Italia aveva occupato la regione, che era parte dell'Impero Ottomano, nel 1911-1912, sconfiggnedo i turchi che occupavano il Paese. Nel film Mussolini nomina il generale Rodolfo Graziani (Oliver Reed) come suo sesto Governatore di Libia, sicuro che un militare di tale credito saprà schiacciare la rivolta e ristabilire la pace e la sicurezza dei coloni italiani, (in gran parte provenienti dalle regioni povere del Sud Italia e dal Veneto e dal'Emilia). Nella realtà storica il governatore della Libia era Pietro Badoglio , e solo nel 1930 Graziani fu nominato vice governatore della Cirenaica, una delle due regioni libiche.
Ad ispirare e guidare la resistenza è Omar al-Mukhtar (Anthony Quinn). Insegnante di professione, partigiano per dovere, Omar al-Mukhtar si è votato ad una lotta che non potrà vedere vinta nel corso della propria vita. Un arrogante imperialista contro un idealista con un'ideologia, lo scontro è fra due nemici implacabili.
Anche se Omar al-Mukhtar ed i suoi uomini si avvalevano di armi obsolete, il generale Graziani ammise e testimoniò della loro grande abilità nel muovere guerra[senza fonte]. Graziani controllava il Nord Africa con la forza dell'esercito italiano, e carri armati e aeroplani furono impiegati per la prima volta nel deserto. Una dotazione primitiva non poteva reggere il confronto con delle armi moderne, e malgrado il loro coraggio i libici soffrirono pesanti perdite. Nonostante tutto ciò, essi impegnarono per venti anni gli italiani impedendo loro di conseguire una vittoria completa. Nel film però pochi cavalieri berberi amati di fucili, sconfiggono più volte le colonne italiane con le autoblindo e le mitragliatrici. In una scena vi è una carica di beduini a cavallo, armati di fucili, contro carri armati italiani, e questi cominciano a esplodere uno dopo l'altro, a causa della dinamite rubata da un deposito di munizioni in un'azione precedente.
In una scena Omar al-Mukhtar mostra il suo vero e più intimo lato umano rifiutandosi di uccidere un giovane ufficiale disarmato, ma fornendogli anzi una bandiera italiana per il ritorno. Omar al-Mukhtar dice che nell'Islam non si uccidono i soldati prigionieri, ma si lotta solo per la propria patria e solo se mossi dalla necessità; altrimenti si deve odiare la guerra. Lo sceneggiatore farà invece uccidere quel tenente italiano da un suo superiore, alle spalle e a tradimento.
Nel film si dà ad intendere che al-Mukhtar sia stato catturato dalle truppe nazionali italiane, mentre in realtà fu catturato da uno squadrone di regolari libici a cavallo, inquadrati nell'Esercito italiano.[1]

Curiosità
Il barbiere di Rod Steiger inviato sul set era lo stesso di Benito Mussolini.
Quando venne ricostruito l'ingresso di Rodolfo Graziani a Bengasi, girato a Roma vennero invitati alcuni membri del Movimento Sociale Italiano che si commossero per il realismo. Il Movimento Sociale Italiano si oppose a togliere la censura al film dopo che era uscito nel resto d'Europa[senza fonte].
Il ritratto di Omar al-Mukhtar compare sul retro della banconota libica da 10 dinari.
Il film Il leone del deserto fu parzialmente finanziato con 35 milioni di dollari da Muammar Gheddafi, il quale chiese l'inclusione di una scena storicamente inesatta che mettesse in cattiva luce i Senussi, in modo da separare la figura di al-Mukhtar, suo riferimento ideale, da quella di re Idris I, capo dei Senussi e cacciato dalla rivolta di Gheddafi.
Il film è stato ripetutamente trasmesso dalla televisione libica, per diffondere la visione storica di Gheddafi il quale è rappresentato da bambino presente all'impiccagione di al-Mukhtar.
Lo storico inglese Denis Mack Smith ha scritto sulla rivista Cinema nuovo: "Mai prima di questo film, gli orrori ma anche la nobiltà della guerriglia sono stati espressi in modo così memorabile, in scene di battaglia così impressionanti; mai l'ingiustizia del colonialismo è stata denunciata con tanto vigore....Chi giudica questo film col criterio dell'attendibilità storica non può non ammirare l'ampiezza della ricerca che ha sovrinteso alla ricostruzione". (Eric Salerno, Genocidio in Libia, Roma, 2005, p. 15).
Il regista e produttore siriano Mustafà Akkad fu ucciso in Giordania nel 2005 in un attentato kamikaze di terroristi di Al Qaeda ad Amman.

Censura in Italia
Le autorità italiane hanno vietato la proiezione del film nel
1982 perché, nelle parole del primo ministro Giulio Andreotti, «danneggia l'onore dell'esercito». Pare che il veto sia stato posto dall'allora sottosegretario agli Affari Esteri Raffaele Costa[senza fonte].
Fu intentato persino un procedimento contro il film per "
vilipendio delle Forze Armate". La pellicola non fu mai distribuita nel Paese, dove resta tuttora introvabile nelle videoteche[2], anche se facilmente reperibile su internet.
Nel
1987 fu bloccata la proiezione dalla digos in un cinema di Trento e il tutto si concluse con un processo.
L'unico festival dove è stato proiettato semi-ufficialmente è stato il Riminicinema a
Rimini nel 1988[3].
Craxi promise di mandarlo in onda sulla RAI, ma la promessa non venne mantenuta[4].
È stato proiettato non ufficialmente in altri festival senza alcuna interferenza da parte del governo.
Nel
2009, in occasione della visita in Italia del leader libico Gheddafi, la piattaforma televisiva SKY ha trasmesso il film l'11 giugno[5].

Set
Il film venne girato a Hollywood, a Roma e in Libia, nel deserto e nel Fezzan.

Cast
Anthony Quinn ... Omar Mukhtar
Oliver Reed ... Generale Rodolfo Graziani
Irene Papas ... Mabrouka
Raf Vallone ... Colonnello Diodiece
Rod Steiger ... Benito Mussolini
John Gielgud ... Sharif El Gariani
Andrew Keir ... Salem
Gastone Moschin ... Colonnello Tomelli
Stefano Patrizi ... Tenente Sandrini
Adolfo Lastretti ... Colonnello Sarsani
Sky Dumont ... Principe Amedeo d'Aosta
Takis Emmanuel ... Bu-Matari
Rodolfo Bigotti ... Ismail
Robert Brown ... Al Fadeel
Eleonora Stathopoulou ... Ali's Mother
.
.
Commento di G.T.:
orgoglioso di non aver fatto il servizio militare ed in guerra non esiste brava gente.

12 commenti:

Edoardo Valentini ha detto...

in effetti la storia deve essere
rivista per quanto riguarda l'etichetta di "brava gente" e da
tempo su History Channel sono andate
in onda parecchie puntate sulle
malefatte degli Italiani nel periodo bellico ... però e c'è un però quasi tutte ascrivibili ai fanatici riconducibili quasi esclusivamente ai fascisti più duri ideologicamente ..
... il soldato italiano medio non
era certo crudele, era stato
sbattuto in guerra senza la sua
volontà e ubbidiva agli ordini ..
con questo tutte le guerre sono
da condannare .. non certo la
pora gente che vi viene coinvolta
suo malgrado
mio padre ventenne partì nel 1936
e tornò nel 1945 con la sua pelle
e si sorbettò 9 anni di guerra
in un sommergibile e fu uno dei
pochi a non essere affondato
si fece tutta la guerra del Dodecanneso con base a Lero
sfuggì per miracolo a tantissime
morti .. 120 somm all'inizio del
conflitto e solo 20 alla fine
non ebbe nessuna lira di pensione
di guerra al contrario di suoi amici "furieri" e non si è mai
lamentato perchè aveva portato a
casa la pelle e anzi andava tutti
gli anni a Loreto a piedi ..
è arrivato alla pensione da lavoro
che era un rottame, oggi si parla
di lavori usuranti .. eternit ..
rumori nei cantieri e quindi
tutti la pensione di sordità ..
e stare 9 anni in un somm dove
sbatti la testa tutti i santi minuti e dove vivi immerso in un
ginocchio di acqua e olio motore
(lui era capo motorista di quelli
che gli fumavano i coglioni e ha
sempre tenuto tutto in funzione
in condizioni estreme) ..
non gli hanno dato un cazzo anzi
portato via 9 anni nei suoi 20,
mai un grazie solo la medagliola
che mostrava tutti gli anni al
raduno dei SOPRAVISSUTI e una
volta l'hanno portato a Monaco
quando lo statomaggiore della marina italiana
organizzò una manifestazione con
i tedeschi negli anni 60 come
ripacificazione e fratellanza coi
sopravissuti degli U-boot e portò
a casa un boccale di coccio per
regalo ..

U carcamagnu ha detto...

scusa se non ti risposi ier sera, antonio con 38,5 di febbre e serata da infermiere.

sostanzialmente un colossal, oscurato dalla censura....
non so cosa sia per me più insopportabile dell'ipocrisia...

io fu riformato alla seconda visita di leva, dopo essere stato ritenuto rivedibile alla prima per motivi di limiti respiratori (AHAHAHAHA), comunque avrei obiettato.

U carcamagnu ha detto...

caro tex, quando fui u carcamagnu su VS, io recavo una dichiarazione personale che diceva (adesso vado a braccio) "la guerra è il reciproco massacro di migliaia di persone che non si conoscono, in nome di poche persone che si conoscono ma non si uccidono"...

Edoardo Valentini ha detto...

non facciamo di ogni erba un fascio
se no .. diventiamo fascisti

KarmaKoma ha detto...

In famiglia ho avuto un nonno partigiano: divenuto tale senza saperlo, suo fratello uno dei pochi sopravissuti di Cefalonia.
Nessuno è crudele, ma qualcuno ha ucciso dei civili inermi. La teoria tutti colpevoli nessuno colpevole, non l'accetterò mai, sopratutto dai cattolici, perchè esiste un'entità che si chiama coscienza. Nel film stesso c'è chi disse di no. E ricordo Salvo d'Acquisto ...

Edoardo Valentini ha detto...

il sottomarino è oggi un "museo"
che può essere visitato .. e quando
sono entrato dentro, grande e
grosso come mio padre, immaginate
la commozione .. impensabile poterci vivere dentro .. e manco grazie e
un cazzo di lira di penZione
.... (censura)

Scirea ha detto...

ho fatto obiezione di coscienza presso una caritas di periferia milanese.
ho avuto la mia guerra quotidiana contro l'indifferenza, l'abbandono ed il degrado fisico e ambientale.
mi è bastata quella.
un saluto a tutti.

Frenetikus ha detto...

Buongiorno a tutti!
Io il militare l'ho fatto a Chieti il Car per 40 giorni...poi a L'Aquila! Che bella era quella città....ora martoriata dal terremoto!
A distanza di anni non so dire se sia stata un esperienza utile....ma posso dire che nonostante l'avrei evitata...e non l'ho fatto...mi ha fatto capire cosa vuol dire contare sulle proprie forze!
Vigeva un regime di nonnismo...pieno di soprusi indicibili...e con fierezza...grazie anche al mio scaglione numeroso e compatto...siamo riusciti a debellare certe assurdità!
Non posso dire ovviamente che ho combattuto una guerra....ma è stato veramente un periodo difficile della mia vita....ma quella esperienza mi ha insegnato a credere in me stesso e soprattutto ho avuto l'enorme soddisfazione di riuscire a cambiare lo stato delle cose all'interno di un ambiente avverso!

Masonmerton ha detto...

Obiezione di coscienza pur io.
10 mesi eccellenti. I primi 4 a far un tubo, ma mi fu utile perchè stavo terminando la tesi di laurea.
I successivi 6 presso un centro diurni per anziani.
Da anni facevo volontariato presso un orfanotrofio, non avevo mai provato gli anziani.
Fu un'esperienza straordinaria, e devo dire che "i vecchi" ti regalano tantissimo, perchè non aspettano altro. E' un volontariato opposto rispetto a quello con i fanciulli. Nel senso che è molto più semplice. Ai bambini devi dare tantissimo per ottenere, sempre (e giustamente) infinitamente meno.
Cone gli anziani è l'opposto. Alla fine del servizio civile mi sentivo in debito io. Perchè a quella gente io davo tanto così, e loro mi ricambiavano con 100 volte di più.
Fu talmente una esperienza straordinaria che anche terminato il servizio civile, proseguii per altri anni ad andare volontariamente ad aiutare almeno 1giorno a settimana.
Negli ultimi anni, purtroppo, il tempo non si è ovviamente più trovato. Ma qualcuno mi telefona ancora. Perchè qualcuno di testa c'era ancora.

Un ricordo affettuoso a Palmira, che se ne è andata a 101 anni due anni fa, dopo essere stata la mia "promessa sposa" per tutti quegli anni, e che mi chiedeva tutte le mattine di leggerle l'oroscopo: e io immancabilmente glielo inventavo, con tanto di profezia che un principe azzurro molto giovane le avrebbe chiesto di sposarlo (e poi mi mettevo in ginocchio ehehehehe rideva come una matta!).
Ad Augusto, indimenticabile comunistone e amante di musica che col Parkinson continuava ad avere appetiti sessuali...e aiutato dalla malattia...si arrangiava in solitaria....
a Vincenzo che quando c'era il pollo teneva gli ossicini, li metteva al sole ad essicare, li intagliava con il coltellino (a 88 anni!) e poi li riutilizzava come bocchini per i sigari che fumava.
A Rosina, che non riuscì ad impedire sempre a Vincenzo di cioccarle un bacio in bocca con la lingua (non vi dico il mio stomaco eheheheh).
A Gino, bestemmiatore impeninente a cui stavano tutti sul culo, me compreso.
Ad Angelo, di Bitonto (e Augusto indicava sempre il numero 2...2 volte tonto e guardanomi rideva come un pazzo!)...per lui ogni giorno gli americani erano pronti a dichiararci guerra...
A poi Maria, Giuseppe, Antonietta, Lisa, Pia, Mariuccia, Rosy, Enrichetto, Costantino (juventino sfegatato!), Lina, Elide, Angela, Emma, e scusatemi chi ho dimenticato.
Vi vorrò sempre un mondo di bene e non vi ringrazierò mai abbastanza per l'affetto che ho ricevuto!

Mark Speck ha detto...

servizio civile ...3,5€ al giorno. ...capeau!

Mark Speck ha detto...

volevo scrivere 3,5€ al giorno stronzoni madonnnaaaaaa!!!

KarmaKoma ha detto...

Cavolo 3M mi hai fatto tornare in mente i miei vecchietti e vi racconto un 'episodio anzi faccio un post perchè è bellissimo ...