In questi giorni su VS, come spesso capita, c'è stato uno scontro dialettico tra chi apprezza i post di SS e chi no. Ora non è mia intenzione, in questa sede, di proseguire la diatriba ma raccontarvi di ciò che mi ricorda leggere le "esternazioni" di SS.
Quando ero ragazzetto, parliamo dei primi anni '80, nel campetto, lo chiamavamo "piazzale" in quanto era una distesa di ghiaia delimitata da quattro strade, dove giocavo a pallone con gli amici, c'era sempre un vecchietto seduto sulle panchine. Era uno dei primi "nonni vigile", in quanto vi era la scuola elementare li vicina, e che io stesso avevo frequentato. Per la cronaca era una ex prigione austriaca.
Ogni giorno, sia col sole che col brutto tempo, io ed io miei amici giocavamo a pallone: una porta fatta da due alberi ed una da due maglie della tuta o maglioni, pallone "yashin" color cacchina di gomma dura e quasi sempre sgonfio. Le partite duravano circa 2 ore e poi tutti a casa a far i compiti.
Con l'arrivo del "nonno vigile" invece finita la partita ci si fermava sulla sua panchina a parlar di calcio. Non ricordo il suo nome, forse non lo ha mai detto, ma ricordo che aveva sempre addosso un pastrano portato in maniera elegante, come lo era nei modi. Ci disse che era di Milano e che da giovane aveva giocato nelle giovanili dell'Inter e da alcuni anni si era trasferito nella nostra città. Ricordo la sua voce lieve ma decisa allo stesso tempo, leggermente roca, interrotta spesso da colpi di tosse asmatica.
Non so quanti anni avesse, ma era bello ascoltarlo. Ci raccontava del grande Torino, della Juve di Boniperti, del Milan di Rocco e dell'Inter di Herrera. I suoi racconti erano epici e sembrava che quelle partite le avesse giocate lui, da quanto era avvincente la narrazione. Noi per quell'ora del suo racconto stavamo in silenzio, incantati da tali ricordi. Poi quando erano le quattro tornava a fare il "vigile" e se ne tornava a casa.
Venne li per molti anni, io poi mi trasferii e non lo vidi più, ma mi è rimasta indelebile nella memoria la sua figura e la sua voce. Probabilmente sarà morto, ma di fatto è vivo in me, nei miei ricordi.
Ieri, dopo molto tempo, mi è tornato in mente e nei racconti di SS l'ho rivisto ed ho capito, perché al di là della sua grammatica e punteggiatura, lo seguo sempre anche se delle volte in disaccordo con le sue tesi: mi fa ritornar ragazzo in cui vigeva il rispetto per gli anziani e la loro saggezza.
Addio Nonno Vigile.
- G.T. -